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NCC e taxi: l’eterno scontro tra le due categorie

Lo scontro tra NCC e taxi torna a imperversare.

Di nuovo, si accende la guerra tra queste due categorie, NCC e taxi, da sempre una contro l’altra.

A rendere di nuovo la situazione tesa è l’incombere del 29/1 quater, ossia le modifiche a quella legge che nessun governo è riuscito a far entrare in vigore, in quanto palesemente incostituzionali.

Dal primo gennaio di quest’anno, la protesta degli NCC ha assunto toni più duri e molte aziende sono scese in piazza per rivendicare il proprio diritto a lavorare.

Il problema è di vecchia memoria e nasce per porre freno ad una situazione specifica della capitale, infatti, già nel 2008 fu stilato un elenco di modifiche alla legge quadro n. 21/1992, che disciplina i servizi di trasporto pubblico non di linea.

Partendo dal fatto che l’ideatore di tali modifiche è stato di certo qualcuno di incompetente e poco informato sulla materia, lo scopo di queste era quello di evitare che i noleggiatori con autorizzazione di altri comuni potessero svolgere una sorta di servizio taxi anche nella città di Roma, lavorando in questo modo senza prenotazione.

Tuttavia, e in questo sta la non competenza cui accennavo, quelle modifiche vanno a colpire anche migliaia di aziende che operano in modo regolare sul territorio romano e nazionale, munite di autorizzazioni fuori regione.

Infatti, la legge permette ad un imprenditore di cumulare le autorizzazioni NCC e di conferirle in società cooperative.

A Roma, però, il comune ha smesso di rilasciare nuove autorizzazioni NCC e nuove licenze taxi da qualche anno a questa parte, mentre la domanda di entrambi questi servizi è cresciuta in modo esponenziale.

Un noleggiatore, d’altra parte, può avere un solo veicolo per ogni autorizzazione, per cui, per far fronte alla necessità di avere più veicoli e più personale in modo da venire incontro alle esigenze della crescente clientela, le NCC romane che operavano in quel territorio hanno agito come segue: hanno preso nuove autorizzazioni in altri comuni e le hanno conferite in altre cooperative che operavano su Roma.

Per quanto riguarda il rapporto tra NCC e taxi, in sostanza questi non dovrebbero avere problemi di convivenza, in quanto svolgono servizi diversi; tuttavia, la criticità deriva da coloro che svolgono la propria attività in modo illegale e abusivo.

Il nodo centrale sta nel fatto che le pratiche abusive ed illegali non si contrastano modificando una legge che, in realtà, definisce in modo chiaro le regole a cui devono attenersi le due categorie, ma piuttosto con controlli maggiori, cosa che è in realtà è più semplice di quanto si pensi.

Questi individui che operano illegalmente, lo fanno in modo indisturbato e sotto gli occhi di tutti, proponendosi agli utenti per strada, presso aeroporti, porti e stazione.

In tale situazione, da una parte i tassisti puntano sull’adozione di modifiche alla legge proposte 10 anni fa, mentre dall’altra i noleggiatori chiedono una nuova e più chiara regolamentazione.

La politica, intanto, tace, rimandando da 10 anni l’entrata in vigore del 29/1 quater e contribuendo in questo modo ad aumentare la tensione.

In ogni caso, si tratta di un problema consistente a Roma, ma quasi assente nelle altre grandi città della penisola, per cui renderlo un caso nazionale sembra inutile, mentre sarebbe sufficiente risolverlo nello specifico della capitale.

Insomma, la situazione sembra essere lontana e intanto a pagarne le conseguenze sono tassisti e noleggiatori, vittime di promesse da campagna elettorale, che non sono state mantenute e che hanno portato solo a fomentare l’odio di una categoria verso l’altra, con conseguenti manifestazioni e lotte.

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